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Trent’anni fa Palermo era essenzialmente rilevante per essere il centro internazionale della mafia e la sede di quel potente dispositivo istituzionale di redistribuzione del reddito chiamato Regione Siciliana. Sia la prima che la seconda oggi mostrano significativi sintomi di disarticolazione se non di disgregazione. Palermo come tutte le città è un organismo vivente sottoposto a cambiamenti che individuano traiettorie contradditorie con esiti non sempre prevedibili. Nella fase di generale difficoltà che il nostro Paese sta attraversando e, in particolare, nelle condizioni ancora più gravi nelle quali si trova il Meridione, si ripropone la questione del futuro di Palermo, della sua economia e del suo tessuto sociale a fronte del venir meno delle risorse per il comparto pubblico, della concomitante crisi del commercio, dei servizi, per non parlare dell’industria.